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  • Immagine del redattoredott.ssa Sara Rizzi

Scopri dov’è il tuo Locus of Control

Aggiornamento: 20 ott 2020

Concetto fondamentale della Psicologia moderna, il Locus of Control (LoC in breve) è traducibile in italiano come “luogo/centro del controllo” ed indica un insieme di credenze soggettive secondo le quali l’origine del controllo sugli eventi e sul contesto che ci circonda si trovi all’interno (della nostra area di influenza, ovvero entro ciò che possiamo attivamente influenzare) o all’esterno (della nostra area di influenza, fuori quindi dalle nostre possibilità di controllo). Si tratta ovviamente di una percezione soggettiva: per questo può variare molto da individuo ad individuo, ma allo stesso tempo per ogni individuo questa percezione soggettiva è in grado di plasmare la realtà percepita dal soggetto tanto quanto ciò che vediamo o tocchiamo.


E’ stato teorizzato per la prima volta da Julian Rotter nella Teora dell’Apprendimento Sociale (1954), ed in sintesi dice che le persone con un Locus of Control esterno credono

- di non avere potere sulle persone e sugli eventi

- di non poter controllare o prevedere nulla

- che le cose “gli capitino”.

Si percepiscono come “vittime delle circostanze” e si pongono rispetto al mondo in modo passivo. Difficilmente queste persone proveranno a cambiare lo status quo, in quanto non percepiscono le situazioni come modificabili.


Le persone invece con un LoC interno sanno di

- avere un effetto sugli altri

- avere responsabilità sugli eventi che gli accadono

- avere la potenzialità di influenzare il proprio destino.

Queste persone si percepiscono come agenti e si pongono quindi in una posizione attiva e proattiva verso il mondo.

Per quanto a prima vista ognuno di noi ricada abbastanza chiaramente nella prima o nella seconda categoria, si parla in realtà di orientamento del Locus o Control per indicare che questo possa subire fluttuazioni anche importanti nel tempo o nei diversi contesti di vita. Per ognuno di noi esso potrebbe essere quindi orientato, ad esempio, all’interno per quanto riguarda il lavoro o le attività professionali e contemporaneamente all’esterno per le relazioni sociali; l’orientamento del LoC non è perciò fisso e si può modificare nel tempo grazie a esperienze importanti di vita, come ad esempio la psicoterapia.





Vediamo questi orientamenti più nel dettaglio:


Locus of Control orientato all’esterno

Chi ha un LoC esterno è più portato a subire passivamente gli eventi della vita.

Esempi di LoC esterno sono pensieri come: “nulla cambierà mai”, “perché capitano tutte a me?” “gli altri mi disprezzano” e così via; è chiaro che il controllo sugli eventi è posto all’esterno della sfera di influenza della persona. Le persone con un LoC esterno tendono a costruirsi un’idea negativa degli altri e del mondo, ed un’immagine impotente e sfortunata di sé stessi: sono persone più portate a sviluppare disturbi di tipo depressivo. Da un certo punto di vista, però, il LoC esterno è confortante: qualsiasi cosa accada, non è mai colpa nostra. Siamo le vittime degli eventi e possiamo pertanto compatirci e farci compatire. Possiamo rigettare sull’esterno e sugli altri le responsabilità dei nostri fallimenti, senza intaccare quindi troppo la nostra autostima: siamo deresponsabilizzati. Da un altro punto di vista però, il LoC esterno ci impedisce di muoverci ed attivarci per modificare lo stato delle cose. Il disfattismo plasma i nostri ragionamenti e limita le nostre possibilità d’azione. Nel caso, ad esempio, di una bocciatura o di un’insufficienza (esperienza comune bene o male a tutti) una persona con LoC esterno porrà all’esterno la causalità dell’evento, pensando qualcosa del tipo “il professore mi ha bocciato perché è uno s******”.


Locus of Control orientato all’interno

Avere un LoC interno significa rendersi pienamente conto delle conseguenze dei nostri comportamenti, del peso delle nostre azioni e del nostro potenziale nel modificare il contesto attorno a noi, comportandoci in modo più proattivo e meno passivo. Queste persone tenderanno a costruirsi un’immagine di sé come persone efficaci e resilienti, ed un’idea del mondo come un contesto complesso ma in qualche misura controllabile.

Esempi di LoC interno sono pensieri come: “ci sarà qualcosa che posso fare per cambiare la situazione” “forse c’è qualcosa nel mio comportamento che senza volere facilita gli eventi negativi” “forse se il modo in cui gli altri mi vedono dipende anche dal mio comportamento, potrei provare a comportarmi diversamente”. Il LoC interno ci permette di vedere gli errori commessi, imparare da essi ed agire, nella sfera del possibile, per far muovere la ruota nella direzione che desideriamo.

Nello stesso esempio di prima, una persona con LoC interno penserebbe “Ho fallito l’esame perché non ho studiato abbastanza”. La conseguenza logica di questo pensiero è un maggiore impegno nello studio, con maggiori possibilità quindi di ottenere un buon voto all’occasione successiva.

Nella sua estremizzazione però, anche il LoC interno può portare dei problemi: una eccessiva iperesponsabilizzazione potrebbe causare esagerati sensi di colpa, ad esempio addossandosi le resposabilità di qualsiasi evento o comportamento altrui e causare così nella persona con LoC estremizzato all’interno un esagerato timore di sbagliare o di fallire (ed il timore di sbagliare o di fallire potrebbe bloccarci dall’agire: per questo ti consiglio di leggere il seguente articolo Perché ti auguro di fallire).




(Rielaborazione grafica a cura di Michela Fabbri)



Le configurazioni comuni

Come abbiamo accennato, il LoC può essere anche molto variabile all’interno della stessa persona, ad esempio interno in alcuni contesti/situazioni ed esterno in altri, o viceversa.

Una configurazione che si ritrova molto comunemente è che si abbia un LoC esterno per gli eventi negativi ma interno per gli eventi positivi; questo atteggiamento è protettivo verso le responsabilità degli eventi negativi ed allo stesso tempo della nostra autostima, rispetto agli eventi positivi. Questa configurazione, per quanto molto protettiva, ci impedisce però di imparare dai nostri errori e di conseguenza di migliorare noi stessi ed il rapporto con gli altri.

La seconda configurazione comune è quella delle persone che hanno un LoC esterno per gli eventi positivi ed interno per gli eventi negativi. Questa posizione è tipica delle persone con una bassa autostima, che tendono a svalutare i propri successi ed a prendersi sempre la responsabilità degli insuccessi o delle sfortune.


La giusta via di mezzo

Come in tutte le cose, per migliorare il nostro rapporto con il mondo e gli altri, dovremmo imparare a renderci conto se il nostro LoC sia orientato all’interno o all’esterno: per farlo, dobbiamo imparare a fare caso alle emozioni che proviamo e ai pensieri che pensiamo, così come sono formulati. Come abbiamo visto, pensieri come “è sempre colpa mia”ci sarà qualcosa che posso fare” “devo trovare il modo di cambiare questa cosa” sono sintomi di un LoC interno; pensieri come “ce l’hanno tutti con me” “capitano sempre tutte a me” “non c’è nulla che io possa fare” sono sintomi di un LoC esterno.

Presa consapevolezza del funzionamento dinamico e contesto-dipendente del nostro personale LoC, possiamo cominciare a lavorare sulla valutazione dell’evento: possiamo imparare a valutare quanto l’evento sia stato nostra responsabilità e quanto sia dovuto a fattori esterni. E’ 100% causa/colpa nostra o 100% causa/colpa esterna? Con il tempo vedremo queste percentuali scendere sotto il 100%, ed i nostri pensieri “relativizzarsi” (nell’esempio visto, qualcosa tipo “il professore è stato molto severo, ma anche io avrei potuto studiare meglio”). Con un po’ di attenzione scopriremo che spesso la verità sta nel mezzo; avere un LoC estremizzato all’interno o all’esterno infatti non è mai l’ideale.

Imprescindibile in un percorso di crescita personale, una riflessione sul LoC può stimolarci ad avere un atteggiamento più proattivo nei confronti della vita, spingerci a provare a modificare ciò che non ci va a genio, e aiutarci ad accettare, con benevolenza, i nostri piccoli errori e le nostre mancanze.

Da un grande potere, derivano grandi responsabilità” è una frase che tocca tutti noi. Sta al lettore decidere se questa sia una buona o una cattiva notizia.

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